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Il miglioramento genetico: cos'è e come funziona? - Meet The Breeder #1 : Intervista a Elen Jones Evans, Head of EMEA Cucurbit Breeding, Bayer Vegetable Seeds / Seminis


Italy
February 5, 2021


 

Da sempre la missione di Seminis è quella di produrre sementi ortive in grado di soddisfare le esigenze di tutta la filiera, dal coltivatore, al commerciante, al consumatore finale.

Piante sane, rigogliose e resistenti che sappiano dare frutti attraenti e nutrienti  per le nostre tavole.

Per ottenerle ci affidiamo alla scienza e all’innovazione: non è un caso che Seminis sia tra le poche aziende al mondo che investono ogni anno più di un miliardo di dollari in Ricerca & Sviluppo.

È proprio grazie all’esperienza, al know-how e alla grandissima passione del nostro team internazionale di breeder, che siamo in grado di sviluppare nuove varietà capaci di garantire uniformità delle colture, rese elevate e assenza di malattie lungo tutto il corso dell’anno.

Il segreto è il cosiddetto “miglioramento genetico“, il cuore della Ricerca & Sviluppo di Seminis. Ne abbiamo parlato con Elen Jones Evans, responsabile EMEA per il breeding delle cucurbitacee, che ci ha aiutato a capire meglio di cosa si tratta.
 

 

Dal Galles in Italia: raccontaci brevemente la tua storia. Da quanto tempo sei nel nostro Paese e da quanto ti occupi di breeding?

Sono cresciuta nel Nord del Galles, in una zona rurale e in un contesto agricolo. Mio nonno aveva un’azienda agricola e questo ha sicuramente contribuito a farmi avvicinare al mondo dell’agricoltura. Ma sono in Italia da più di 20 anni ormai! Insomma, diciamo che ho guidato più a destra che a sinistra!

Il mio percorso universitario, iniziato in Galles, si è concluso con un Dottorato di Ricerca in Genetica Agraria in Italia che è stato fondamentale per porre le basi per il mio attuale lavoro. Dopo alcuni anni in una piccola azienda italiana che mi ha dato l’opportunità di crescere, c’è stato il passaggio a Monsanto e oggi a Bayer.

In cosa consiste esattamente il lavoro del breeder?

Il breeder ha la missione di migliorare le caratteristiche delle piante che sono utili all’uomo, usando criteri scientifici. L’obiettivo è sviluppare varietà che rispondano alle esigenze di tutte le figure coinvolte nella filiera: dall’agricoltore al consumatore finale.

Oltre alle conoscenze scientifiche, serve anche un pizzico di creatività e bravura nell’osservare e riconoscere le caratteristiche nuove e catturarne il valore.

È un lavoro vario che va dal redigere piani strategici relativi al programma di miglioramento genetico, al trascorrere molte ore in campo o serra per selezionare le piante migliori. Serve una preparazione universitaria ma c’è una grossa componente di apprendimento delle conoscenze specifiche nel tempo.

Il breeder ha una funzione centrale e si trova a interagire con tante diverse figure professionali: tutte queste caratteristiche lo rendono un ruolo estremamente stimolante e soddisfacente.

Come si diventa breeder? Quali sono le caratteristiche fondamentali per poter svolgere questa professione al meglio?

Non c’è un percorso univoco per diventare breeder: in linea di massima serve un background che comprende studi di biologia, genetica e agraria a livello universitario, anche post-laurea.

Lo sviluppo tecnologico associato al nostro campo fa si che la nuova generazione di breeder debba non solo conoscere e applicare i principi della genetica, ma anche avere un’approfondita conoscenza molecolare e tecnologica da applicare allo sviluppo di modelli predittivi o per la raccolta dei dati fenotipici in modo più preciso e veloce.

Fare il breeder più che un lavoro è una missione, guidata dalla passione e dalla consapevolezza di fare qualcosa che può realmente portare, oltre a benefici economici per tutta la filiera, anche un miglioramento concreto nella vita di tutte le persone.

Esistono diversi tipi di breeding: in che cosa differiscono tra di loro e a quale categoria appartiene il breeding che si svolge nei laboratori Seminis?

Esistono due approcci principali al breeding: il primo prevede l’utilizzo di metodologie tradizionali di incrocio e selezione, mentre il secondo persegue il miglioramento tramite un approccio transgenico.

Nel miglioramento tradizionale ci sono diverse strategie, che dipendono in gran parte dalla biologia della specie in questione. In Bayer Vegetable Seeds (e quindi in Seminis) viene usato il metodo tradizionale e ci avvaliamo di tutta una serie di tecnologie che assistono il nostro lavoro, quella che a me piace chiamare la nostra “valigia degli attrezzi”.

Ci sono tappe fondamentali nello sviluppo storico delle conoscenze tecniche in questo campo: ad esempio, la selezione massale, praticata da migliaia di anni e ancora in uso oggi, che prevede che il seme delle piante “migliori” venga conservato per fornire le sementi per la stagione successiva.

Un grosso passo in avanti è stato fatto nel 1865 grazie a Frate Gregor Mendel, il “padre della genetica”: i suoi studi, infatti, segnano il riconoscimento di questa disciplina come scientifica.

Man mano, nel tempo, le conoscenze genetiche delle colture si sono ampliate ulteriormente portando, dopo la scoperta della struttura del DNA negli anni 50, al rapido sviluppo delle cosiddette tecniche molecolari.

Queste tecniche ci sono di grande aiuto nel nostro lavoro, nel quale gli incroci e le selezioni fatte con tecniche tradizionali di breeding sono guidate da informazioni ben precise sul materiale genetico fornite dai marcatori molecolari.
 

 

Che cos’è il miglioramento genetico?

È l’alterazione del patrimonio genetico delle piante per ottenere alcune caratteristiche che possono essere utili per l’uomo: prendendo il melone come esempio pratico, la produttività, le resistenze genetiche a diverse malattie riscontrate in campo, l’uniformità del prodotto, l’aspetto del frutto, l’uniformità della retatura, il colore della sutura, il grado zuccherino e il gusto. È un processo che avviene nel tempo.

Quali sono gli step che vengono percorsi nel processo di miglioramento genetico di una varietà?

Si parte, naturalmente, dall’ascolto delle esigenze del mercato: è così che determiniamo la strategia per sviluppare nuove varietà in grado di soddisfare dei bisogni reali e specifici. Da qui, procediamo utilizzando la variabilità genetica a disposizione (risorse genetiche) e la conoscenza della genetica della specie, per pianificare incroci mirati a inserire le caratteristiche che mancano.

Segue lo sviluppo vero e proprio delle linee, che avviene tramite selezione e con il supporto della squadra di ricerca. Si procede, quindi, con gli incroci per generare il nuovo prodotto. Infine, inauguriamo un’intensa fase di prove ripetute in campo che possono durare anche molti anni, finalizzata alla selezione del prodotto migliore, adatto a diversi ambienti di coltivazione.

Ci sono due passaggi principali: il primo è lo sviluppo tramite incroci e selezioni ricorrenti delle piante che mostrano le caratteristiche migliori fino a ottenere delle linee fisse, omogenee e stabili.

Il secondo passaggio è l’incrocio fra due di queste linee “parentali” per produrre l’ibrido che è il nostro prodotto futuro. Questi ibridi sono poi sottoposti a diversi anni di prove di adattamento, per verificarne le risposte in condizioni reali di coltivazione.

Quanto dura il processo di selezione di una nuova varietà in genere? In che fasi vengono coinvolti gli agricoltori?

Servono dai 6 agli 8 anni circa per sviluppare una varietà nuova. Solo gli incroci migliori vengono portati avanti e proposti ai nostri clienti. L’interazione con gli agricoltori è per noi di grande valore e li coinvolgiamo fin dalle fasi più precoci dello sviluppo, in quanto molte prove sperimentali sono eseguite proprio sui loro terreni.

Dopo tanti anni di lavoro come breeder, da quasi due anni sei diventata la coordinatrice dei genetisti Seminis a livello europeo. Quali sono le tue responsabilità?

Sono ancora molto coinvolta nel miglioramento genetico del melone. Mi dedico con molta passione a questa parte del mio lavoro e trovo molto soddisfacente interagire con i nostri clienti, ma ora ho anche la responsabilità più ampia del coordinamento di un piccolo gruppo di genetisti che lavorano sulle Cucurbitacee, contribuendo ai piani strategici e sostenendoli nel loro lavoro.

Il tuo quartier generale è all’interno del Centro Ricerche Seminis di Borgo Sabotino (Latina): ci racconti qualcosa su questa realtà?

È una realtà profondamente radicata sul territorio: qui, da 38 anni, si esegue un lavoro di miglioramento genetico e supporto allo sviluppo di diverse colture sia per il mercato italiano che estero.

Il Centro è cresciuto negli anni e oggi si estende su una superficie di 23 ettari fra campo e serra. È il cuore della ricerca Seminis-Bayer in Italia e si inserisce in una rete di centri ricerca distribuiti in tutto il mondo.

Al suo interno lavora un gruppo di persone altamente qualificate e di grande esperienza, animato da grande dedizione a questo lavoro.

Nel tempo abbiamo mantenuto l’atmosfera accogliente di una famiglia, pur attraversando diverse fasi di acquisizioni. La “stella polare” di ognuno di noi è la passione per il nostro lavoro e la volontà di offrire prodotti sempre più competitivi ai nostri clienti.

La soddisfazione di poter contribuire a dare risposta a una piccola parte del grande lavoro dei nostri agricoltori, facendo felice anche il consumatore, ci ripaga di tutto.

 



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Published: February 5, 2021

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